Non chiamate quel pallone
Chissà a quanti di noi è capitato di sentire qualcuno che durante un'azione di gioco "chiamava" il pallone e dopo pochi istanti un coro di altri giocatori urlare (stavolta al nostro indirizzo) "non può!"
Sfido chiunque a dimostrare (regolamento alla mano) che è vietato "chiamare il pallone" ad un compagno.
Questa scorrettezza non è prevista dal regolamento, è c’è da chiedersi il perchè di tanto clamore se a metà campo si sente urlare "mia" mentre all'interno dell'area di rigore, il portiere può urlare quel che vuole senza che nessuno dica nulla.
Qualcuno sarà pronto a rispondere che "il portiere può chiamare la palla".
Proviamo a fare chiarezza.
La regola 12, stabilisce che è una scorrettezza passibile di ammonizione il "distrarre verbalmente un avversario durante il gioco o una ripresa di gioco".
L'atto di "chiamare la palla" non è di per sé un'infrazione. Lo diventa nel caso in cui l'arbitro ravvisi una volontà fraudolenta del calciatore o, comunque, che vi sia la concreta possibilità che in questo modo sia tratto in inganno un avversario (è ovvio che sarà l'arbitro a dover valutare se tale fattispecie si sia concretamente verificata).
In tal caso, ci troveremmo in presenza di una scorrettezza e, più precisamente, di un comportamento antisportivo che dovrà essere sanzionato con l'ammonizione. In seguito a ciò, il gioco, interrotto per notificare il provvedimento disciplinare, dovrà essere ripreso con un calcio di punizione indiretto.
Riassumendo, è possibile chiamare la palla ad un compagno, se un avversario viene però distratto o ingannato (in modo evidente anche se involontario) da questa chiamata l'arbitro dovrà interrompere il gioco.
Per quanto concerne, in ultimo, l'eventuale adozione di una sanzione disciplinare, essa scaturisce ex lege, poiché o non siamo in presenza di alcuna infrazione (e, quindi, l'arbitro non dovrà intervenire) o siamo in presenza di un comportamento antisportivo (che va sempre punito con l'ammonizione).
Sfido chiunque a dimostrare (regolamento alla mano) che è vietato "chiamare il pallone" ad un compagno.
Questa scorrettezza non è prevista dal regolamento, è c’è da chiedersi il perchè di tanto clamore se a metà campo si sente urlare "mia" mentre all'interno dell'area di rigore, il portiere può urlare quel che vuole senza che nessuno dica nulla.
Qualcuno sarà pronto a rispondere che "il portiere può chiamare la palla".
Proviamo a fare chiarezza.
La regola 12, stabilisce che è una scorrettezza passibile di ammonizione il "distrarre verbalmente un avversario durante il gioco o una ripresa di gioco".
L'atto di "chiamare la palla" non è di per sé un'infrazione. Lo diventa nel caso in cui l'arbitro ravvisi una volontà fraudolenta del calciatore o, comunque, che vi sia la concreta possibilità che in questo modo sia tratto in inganno un avversario (è ovvio che sarà l'arbitro a dover valutare se tale fattispecie si sia concretamente verificata).
In tal caso, ci troveremmo in presenza di una scorrettezza e, più precisamente, di un comportamento antisportivo che dovrà essere sanzionato con l'ammonizione. In seguito a ciò, il gioco, interrotto per notificare il provvedimento disciplinare, dovrà essere ripreso con un calcio di punizione indiretto.
Riassumendo, è possibile chiamare la palla ad un compagno, se un avversario viene però distratto o ingannato (in modo evidente anche se involontario) da questa chiamata l'arbitro dovrà interrompere il gioco.
Per quanto concerne, in ultimo, l'eventuale adozione di una sanzione disciplinare, essa scaturisce ex lege, poiché o non siamo in presenza di alcuna infrazione (e, quindi, l'arbitro non dovrà intervenire) o siamo in presenza di un comportamento antisportivo (che va sempre punito con l'ammonizione).